La chiesa di San Pietro Apostolo in Roccasaclegna
Cenni Storici
Costruita nel 1260 sorge sopra uno sperone di roccia tra un insieme di
vecchie case ed il Castello Medioevale (finito di restaurare
recentemente ed importante come esempio di qualificata architettura
fortificata); le abitazioni arroccate alle falde della roccia, il
Castello e la Chiesa entrambi maestosamente collocati sulla stessa e la
suggestiva visione d’insieme che il panorama offre al visitatore,
appartengono ad un inestimabile patrimonio storico-architettonico che va
accuratamente recuperato e conservato. Osservando attentamente la chiesa, sia all’interno
che all’esterno si notano le tracce degli interventi di epoche
successive alla sua edificazione. La chiesa nasce in stile romanico in un’epoca in cui
il romanico era ormai già maturato; la posizione geografica nel nostro
territorio ha sempre avuto grande influenza sulla storia dell’arte,
infatti l’Abruzzo posto nel mezzo dell’Italia tra l’Appennino e
l’Adriatico fu isolato dal resto della penisola e la via del mare che
doveva mettere in comunicazione con l’oriente, per mancanza di grandi
città costiere invece di essere il tramite più facile di commercio e
di civiltà divenne a sua volta un ostacolo. S. Pietro era all’origine
molto semplice: una navata centrale a tre campate con due laterali di
metà larghezza rispetto alla principale ; pilastri a base rettangolare
lisci senza modanature e senza zoccoli in pietra; un presbiterio
leggermente inclinato a sinistra rispetto al corpo della navata centrale
guardando dall’ingresso della chiesa; coperture con capriate in legno
a vista; il vano scala del campanile addossato sul lato sinistro della
facciata ricavato tra i muri con larghezza non superiore ai 60 cm; tre
ambienti sotterranei ricavati tra la roccia ed il solaio di calpestio:
due sotto il presbiterio ed uno sotto la campata centrale della navata
laterale sinistra, utilizzati come cimitero locale. Successivamente la
chiesa specialmente in epoca Barocca subisce le trasformazioni che sono
il risultato dell’attuale assetto formale, un genere di architettura
che prese carattere dalla fusione di ordini più disparati, elementi
nuovi che si infiltravano con quelli antichi, un eclettismo che si
riesce solo a spiegare quando si preferisce convertire il vecchio
piuttosto che edificare il nuovo. Sulla facciata anteriore il frontone è tipicamente
seicentesco anche se molto semplice, grazie alla maestria di piccoli
artigiani locali che non sono ricorsi all’uso eccessivo di ghirigori
tipico del Rococò, all’interno compaiono le volte in canne e gesso
con decorazioni in bassorilievo, eseguite sicuramente in occasione di un
rifacimento della copertura e della relativa struttura lignea; compare
la tribuna della cantoria anch’essa in stile seicentesco e decorata
con bassorilievi in stucco, su tutte le pareti si articolano lesene con
modanature in scagliola, le stesse inoltre compaiono sui pilastri a
sezione rettangolare, le nicchie votive tutte a pianta semicircolare
sono contornate da cornici, frontoni seicenteschi ed altri elementi
architettonici che vanno dalle piccole colonne e lesene laterali con
capitelli ionici a quelle tortili tipiche del Barocco.
Il campanile viene restaurato e nell’occasione si
effettuano le stesse trasformazioni che hanno subito le parti romaniche
interne della chiesa: inserimento di paraste e capitelli dorici questa
volta scolpite in pietra, che sono ben visibili sulle facciate dello
stesso campanile. Infine si eseguono tinteggiature di colore avorio su
tutte le pareti e le volte, decorazioni sui pennacchi della cupola e sul
medaglione in bassorilievo alla sommità della stessa e su tutti gli
altarini e le edicole. Nel 1709 nella campata centrale della navata
laterale sinistra, viene eretta la cappella di S. Antonio e nella stessa
tra il 1711 ed il 1729 l’arciprete Don Simeone Troilo fece dipingere
una immagine del purgatorio (oggi non visibile). Nel 1809 viene dipinta
la volta a crociera della citata cappella e nel 1890 la stessa cappella
viene restaurata e ridecorata al modo in cui oggi si presenta.
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