:: LA ZONA ARCHEOLOGICA DI CLUVIAE :: |
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Il Municipium di Cluviae e la città di Casoli racchiusi in cerchi dello stesso raggio |
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Tra il 1895 e il 1900, l'archeologo Giulio De Petra in "Not. scavi" (1895) e lo studioso Antonio De Nino in "Frammenti epigrafici tracce di acquedotti e avanzi di costruzioni romane a Casoli" (1900), fecero una descrizione dei resti di costruzioni romane individuati in Piano La Roma nella zona allora conosciuta come "Pagus Urbanus". Nel 1940, fu trovato un ritratto dai caratteri stilistici attribuibili all'età Giulio-Claudia, murato sull'abitazione di un agricoltore. La Soprintendenza, nel 1941, venuta a conoscenza del suo ritrovamento, lo fece sollecitamente ritirare per assicurarlo al museo archeologico di Chieti. Su questa pregevole scultura, è possibile leggere un articolo scritto dal Verlengia pubblicato su "il Messaggero" nel 1942. Nel 1966, Nicola Fiorentino, in "Localizzazione topografica dei reperti descritti da Antonio De Nino e altri recenti rinvenimenti archeologici" fa una ricognizione della zona archeologica descrivendo ed evidenziando su una mappa la collocazione topografica di ogni ritrovamento descritto dal De Nino 66 anni prima. Sempre nel 1966, appena dopo l'acquisizione di un documento epigrafico consistente in una lastra bronzea redatta per conto dei Cluvinses Carricini nel 384 d. Cr. e trovata in località Bufalara nel comune di S. Salvo, la Soprintendenza, individua nella nostra zona archeologica l'antica città di Cluviae, conosciuta fino ad allora come "Pagus Urbanus" iniziando così, un'ampia e approfondita operazione di rilevamento topografico, guidata da Adriano La Regina. Durante i lavori fu individuato il tracciato quasi completo delle mura di recinzione dell'abitato, conservato per lunghi tratti e in qualche luogo per notevole altezza. Sul versante orientale è stato riconosciuto un teatro in parte coperto da una costruzione recente, ma completamente leggibile nella sua planimetria; all'interno dell'area recinta, esistono numerosi allineamenti di muri che fino al 1966 si presentavano agli occhi della Soprintendenza ben conservati, e dietro la cavea del teatro vi era un edificio termale. Le strutture hanno quasi tutte paramenti in opera reticolata e in opera incerta. Ciò, ha consentito di attribuire lo sviluppo urbanistico del centro urbano, ad un periodo compreso tra la metà del I secolo a. Cr. alla metà del secolo successivo. Fuori del perimetro urbano, a circa 140 metri a nord del teatro, vi sono ruderi di un edificio costruito in opera misto con pavimenti a mosaico. Alla città si accedeva mediante cinque porte di cui due sono ancora in parte conservate con torri quadrate sul lato prospiciente l'Avello. La città di Cluviae è lunga 680 metri ed il suo perimetro è di 1560 m., se confrontata con l'antica Isernia (lunghezza 870 m e perimetro 2000 m) e con l'antica Sulmona (lunghezza 450 m e 1500 metri di perimetro) ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un abitato di notevole dimensione e quindi di un "municipium" e non di un semplice "pagus" o "vicus". Nel 1967, Adriano La Regina in "Cluviae e il territorio carecino - Rendiconti degli atti dell'Accademia dei Lincei", alla fine dei rilevamenti effettuati, fa una descrizione dettagliata dell'antico Municipium che viene rappresentato in mappa alla fine del documento dal De Marco. Su Cluaviae, nel 1972, Adriano La Regina pubbica in "Archeologia Classica" l'articolo "Cluviensis Carricini" dove fa una descrizione dettagliata della Tabula Patronatus trovata nel 1966 in località Bufalara nel Comune di S. Salvo. Il restauro del reperto, oggi conservato nel Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale di Crecchio, ha reso possibile dopo sei anni, una presentazione più accurata dell'oggetto. La voce Cluviae nel 1973 appare per la prima volta anche nell'enciclopedia dell'Arte Antica Classica e Orientale. Nel 1988, è iniziata una campagna
di scavi, diretta dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e
condotta in due fasi successive: Agosto/Settembre 1988 e Maggio/Giugno
1990. Tra le strutture romane, oltre a quelle già individuate dal 1895
al 1966 (come porzioni di strutture con paramenti in opera reticolata,
il teatro, le terme, e tutto quello già descritto da Adriano La Regina
in "Cluviae
e il territorio carecino"), durante quest'ultima campagna di scavi,
sono emerse strade lastricate, una rete fognaria molto articolate e ben
conservata, cisterne per il deposito di cereali (interrate sia sotto che
a fianco alle abitazioni romane riutilizzate) e porzioni di muratura in
opera reticolata sovrastata da muretti a secco in ciottoli di fiume,
testimonianza di un successivo rimaneggiamento dovuto ad un'attività
edilizia proseguita fino al XIII secolo, come viene testimoniato anche
dal gran numero di vasellame ritrovato e appartenente a quest'epoca. Nel mese di Giugno 2008, vengono effettuati per la prima volta delle opere di recupero nella zona archeologica, realizzate grazie ai fondi ordinari della Soprintendenza per i Beni Archeologici d'Abruzzo. Si tratta dei lavori di consolidamento del tratto delle mura del municipio di Cluviae, situato dietro la scena del teatro romano. L'intervento ha impedito che l'antico muro di contenimento crollasse completamente, compromettendo la sovrastante scena del teatro romano. |
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Marmo |
Cluviae (fraz. di Casoli, Ch.) |
Prima metà del I sec. d. Cr. |
Chieti, Museo Nazionale |
Altezza cm 37,5 |
Il ritratto, che caratteri stilistici permettono di attribuire ad età Giulio-Claudia, proviene da una località in cui è stato identificato nel 1966 il municipium di Cluviae, all'epoca conosciuto come "Pagus Urbanus". La scultura che molto probabilmente apparteneva ad una statua, fu ritrovato nel 1940 da un agricoltore di C.da Laroma (Nicola Di Ienno) mentre coltivava il suo terreno, in seguito, murò la scultura sulla porta della sua casa rimanendo sul luogo fino all'Aprile del 1941, quando la Soprintendenza, venuta a conoscenza del suo ritrovamento, la fece sollecitamente ritirare per assicurarla al museo archeologico di Chieti. L'anno dopo, il Verlengia scrisse un articolo su questo interessante ritrovamento: "Il Messaggero" del 23-05-1942. |
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:: TABULA PATRONATUS :: |
Lastra bronzea |
Da S. Salvo (Ch) |
Località Bufalara |
5 maggio del 384 d.C. |
Crecchio |
Museo dell'Abruzzo Bizantino ed Altomedievale |
La lastra bronzea rinvenuta in località Bufalara di San Salvo è una tabula patronatus che contiene il decreto della municipalità cluviense del 5 maggio 384 d. Cr. per il conferimento del patronato sul municipio di Cluviae ad Aurelius Evagrus Honorius. Grazie all'acquisizione di questo documento epigrafico è stata identificata il 12 Dicembre del 1966, la città sannitica di Cluviae nella località chiamata Piano Laroma, che era però all'epoca conosciuta come Pagus Urbanus Il contenuto dell'iscizione HONORI Patrone vivasfelicem et venerabilem seculo ! [Hui] c universi Cluvinses Carricini consilium [sib]i habintes, it cum primumfausta et filicia dicta esse ud cum universa ferentes: <<Quanta sit claritastantaque beniquitasque Aureli Evagri, huius candor industria omnibus nobis cognita est, huius ubus et pater veteri testimonio patrono patriae sinuerunt idcirco renovarunt clarum genus, ut suo merito tabulam patroniciam in eternum hospitalem patrotronati huius offeramus;ortato sibi honore patriam civiumque Cluviatum amare ac diligere non desit; et secundum placitum omniumque nostrorum frequenterfelicem diem ornamentum condignum aeternum claritati censorieque candori huiu [s o]fferamus; hoc conpleto honore clara dignit[as... 6-7...] fovere dilegere dignabitur;sobpleto [... 13-15...] in parpetuum maxsimas grati[as..4-16...]>>. Dat. III Nonas Maias po[st consulatum] Merobaudis iterum et [Saturnini]. |
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