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Libertà di ricerca scientifica

L'attore americano Cristopher Reeve, paralizzato in seguito ad una caduta da cavallo, continua la sua battaglia a favore della clonazione terapeutica (leggi >>). Nei mesi scorsi, Reeve è stato a Londra, dove un Comitato ristretto della Camera dei Lord, presieduto dall'Arcivescovo di Oxford, il reverendo Richard Harris, ha deciso, il 27 febbraio scorso, di autorizzare il proseguimento della ricerca scientifica sulla clonazione a scopo terapeutico, già approvata dalla Camera dei Comuni nel 2000 (http://www.lastampa.it/redazione/Cronache/clona.asp). Negli Stati Uniti (come attualmente nell’Europa continentale e in Australia), la clonazione terapeutica è stata vietata fin dallo scorso anno.
Per questo, Reeve ha dichiarato che sarebbe disposto a farsi curare in Gran Bretagna, una volta che le sperimentazioni in questo campo lo consentiranno, convinto come è, che la sua unica speranza di tornare a camminare sia legata a tali ricerche.
Le cellule staminali ricavate da embrioni umani, potrebbero infatti rendere possibile la rigenerazione del tessuto nervoso danneggiato.
Secondo il Rapporto Dulbecco sulle cellule staminali (il documento che contiene le raccomandazioni dei 25 Saggi incaricati dal Ministro della Sanità del precedente Governo italiano di fare chiarezza sulla materia), sono 10 milioni gli italiani che potrebbero essere curati e anche guarire, se trattati con terapie basate su tali cellule. Sono i malati affetti da diverse patologie, e tra queste: morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, atrofia muscolare spinale, lesioni traumatiche del midollo spinale, distrofia muscolare, tumori e leucemie, diabete, infarto, ictus. Sono tutte persone sofferenti in attesa di una legge sulla clonazione terapeutica.

Alla luce di quanto sopra detto, amiche ed amici casolani, vi chiedo: vi sembra giusto che la libertà di ricerca scientifica sia ufficialmente e realmente promossa solo in Gran Bretagna?
Severino Mingroni
Severino Mingroni domenica 25 agosto 2002 - 11.09.32

Risposte

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Data e ora

Libertà di ricerca scientifica
Caro Severino,

rispondo alla tua domanda : no, non è giusto che la libertà di ricerca scientifica sia ufficialmente e realmente promossa solo in Gran Bretagna !!
Credo anche, che in tutti gli altri paesi se ne parli troppo poco, che ci sia molta disinformazione e che molti non sanno ancora cosa sia una CLONAZIONE TERAPEUTICA.

Incollo i contenuti dei due link da te segnalati, al fine di facilitarne la lettura :

IL VOCABOLARIO DELLE CELLULE STAMINALI

CELLULE STAMINALI

Le cellule staminali sono cellule non specializzate in grado di dividersi dando origine contemporaneamente a una cellula staminale uguale alla cellula madre e a una cellula precursore di una progenie cellulare che darà a sua volta origine a cellule terminalmente differenziate (mature).

Si definiscono 'totipotenti' le cellule staminali che possono dar luogo a tutti i tipi di tessuti, 'multi (o pluri) potenti' quelle che possono dar luogo ad alcuni tipi cellulari o tessuti, 'unipotenti' quelle che possono dar luogo soltanto a un tipo cellulare.

EMBRIONALI

Le cellule staminali embrionali derivano dalla regione interna dell'embrione prima del suo impianto nella parete dell'utero. Dotate di elevata capacità proliferativa, sono in grado di dare origine a tutti i tipi cellulari presenti nell'organismo e per questo potenzialmente utili per la terapia delle patologie umane. Possono essere isolate da blastocisti (stadio iniziale dello sviluppo embrionale, al termine della segmentazione) e cresciute in vitro (tecnicamente fattibile, anche se è difficile espandere in coltura il numero limitato di cellule ottenibili dal prelievo, in modo da ottenere la quantità di cellule necessaria per le applicazioni terapeutiche), o, come è stato fatto recentemente, possono essere isolate da precocissimi embrioni, non più necessari per le finalità di fecondazione in vitro per cui erano stati creati.


ADULTE

Dette anche cellule staminali somatiche. Provvedono al mantenimento dei tessuti in condizioni fisiologiche e alla loro riparazione in seguito a un danno. Questa capacità riparativa non è illimitata, a giudicare dalle patologie che compromettono la funzione degli organi, nonostante il tentativo di rigenerazione. Fino a qualche anno fa si riteneva fossero specializzate nel generare cellule mature tipiche del tessuto in cui risiedono, studi recenti hanno però dimostrato un'inattesa capacità di compere dei 'salti' (ad esempio, cellule di midollo osseo che possono dare origine a muscolo). Per l'utilizzo di queste cellule sono però ancora da superare problemi di isolamento, di possibilità di espanderle in vitro in maniera 'efficiente'.


FETALI

Le cellule staminali fetali sono derivate da aborti. Si tratta pertanto di materiale cadaverico e il suo utilizzo equivale all'utilizzo di organi da cadaveri. Dal punto di vista biologico, possiedono caratteristiche intermedie tra quelle embrionali e quelle adulte. I pochi studi disponibili non permettono di trarre conclusioni definitive sulle loro capacità di crescita, differenziamento e integrazione funzionale dei vari tessuti.


DA CORDONE OMBELICALE

Potrebbero essere utilizzate per creare una banca di cellule autologhe per ogni neonato all'atto della nascita, da utilizzare, anche dopo decenni, per curare patologie insorte nell'età adulta. Cellule derivate da cordone ombelicale vengono oggi utilizzate per il trattamento di terapie ematologiche nel trapianto allogenico. La loro possibilità di dare origine a cellule diverse dal sangue è però a tutt'oggi sconosciuta.


LINEE DI CELLULE

Sono colonie di cellule ottenute a partire dallo stesso embrione

CLONAZIONE TERAPEUTICA

Cellule staminali autologhe totipotenti possono essere ricavate anche attraverso una tecnica impropriamente chiamata 'clonazione terapeutica' che consiste nel il trasferimento del nucleo da cellule somatiche in un ovocita enucleato, senza però arrivare allo stadio embrionale. Il procedimento serve per produrre cellule e tessuti somatici con un genoma nucleare identico a quello del donatore, ma non corrisponde propriamente alla formazione di un embrione, poiché viene interrotto molto prima.


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LA STAMPA

Londra dice sì alla clonazione terapeutica
Prima volta al mondo: «Così cureremo Alzheimer e diabete»

28 febbraio 2002
di Paolo Passarini
corrispondente da LONDRA


La Gran Bretagna si conferma il paese con le regolamentazioni più liberali in materia di trattamento di embrioni umani. Ieri un comitato ristretto della Camera del Lord, nominato appositamente l’anno scorso per stabilire i confini della ricerca sulle cellule umane, ha autorizzato la clonazione di embrioni a scopi terapeutici. Questo significa che da oggi la «Human Fertilisation and Embriology Authority» («Hfea») può concedere permessi per avviare ricerche in questo campo. L’obiettivo è quello di ottenere la rigenerazione di tessuti, nervi, muscoli, cartilagini per curare gli anziani e i disabili. Ma gli scienziati, entusiasti per questa decisione, sono convinti di poter ricavare dalle cellule clonate anche i mezzi per trattare malattie come il morbo di Parkinson, quello di Alzheimer, il diabete, nonchè la possibilità di rigenerare il muscolo cardiaco danneggiato da un’ischemia e altri interventi ancora. Dall’altra parte, i gruppi che difendono in modo più integrale la sacralità della vita umana sono giù sul piede di guerra.


Questa delicata materia è regolata, in Gran Bretagna, dallo «Human Fertilisation and Embriology Act» del 1990, che introduceva alcune barriere sulla clonazione di embrioni a scopi riproduttivi. Ma l’anno scorso, proprio perchè si formò la generale opinione che la legge del 1990 fosse troppo permissiva, il governo fece approvare un’altra legge per stabilire in modo inequivoco che la produzione di cloni di embrioni umani era consentita solo allo scopo di creare tessuti «di ricambio» da usare nei trapianti. Venne anche stabilito un limite di tempo molto breve per l’uso dell’embrione clonato e richiesto un permesso ad hoc per ogni intervento. Ma i gruppi «pro-life» riuscirono in un primo tempo a dimostrare che la legge consentiva delle scappatoie e la bloccarono. Una sentenza della Corte d’Appello prima e la decisione di ieri della Camera dei Lord hanno rianimato le speranze della comunità medica e anche di molti gruppi di carità.


La Gran Bretagna è l’unico paese al mondo a consentire apertamente la clonazione di embrioni umani a scopo terapeutico. Negli Stati Uniti, per esempio, George Bush ha imposto un severissimo divieto non solo sulla clonazione a fini riproduttivi, ma anche su quella terapeutica. E’ quello che chiede anche la Chiesa cattolica. Ma il reverendo Richard Harries, vescovo anglicano di Oxford e presidente del comitato della camera del Lord, ha dichiarato ieri che, «dopo aver guardato attentamente a tutti gli aspetti del problema, il comitato si è convinto che non sarebbe stato giusto proibire ogni tipo di ricerca su embrioni appena generati». Riaffiora anche in questa dichiarazione la notevole distanza di punti di vista in questa materia tra la Chiesa cattolica e quella anglicana.


E’ stato lo stesso reverendo Harries, del resto, a raccomandare la veloce costituzione della prima banca mondiale di cellule di embrioni umani. Si tratta di un progetto già allo stato avanzato e si prevede che l’anno prossimo la banca sia già in funzione. La banca congelerà cellule staminali provenienti sia da adulti che da embrioni «scartati», vale a dire quelli creati in eccesso nei procedimenti di fertilizzazione artificiale e anche quelli clonati con il sistema della pecora Dolly. Sarà il «Medical Research Council» a controllare la banca e sir George Radda, che lo presiede, ha detto di sperare che, con la sua istituzione, si possa anche invertire l’attuale «fuga dei cervelli» dalla Gran Bretagna nel settore delle ricerca medica.
A luglio l’«Mrc» annuncerà quale gabinetto di ricerca avrà ottenuto la gestione della banca. «Una volta create - ha aggiunto sir Radda - le cellule sono immortali e possono essere moltiplicate a piacimento. Questo significa che, in futuro, ci sarà sempre meno bisogno di creare nuovi embrioni umani».

M. Carmela

M. Carmela lunedì 26 agosto 2002 - 16.34.29
La ricerca scientifica
Premettendo di non avere la vostra competenza in materia, penso che la domanda di Severino meriti attenzione.
Meriti attenzione perchè molto spesso la ricerca scientifica viene bistrattata in nome di un malinteso senso etico, in nome di una concezione della vita e della sofferenza troppo legate alla posizione della Chiesa Cattolica.
La ricerca e la scienza da sempre hanno dovuto fare i conti con l'ignoranza e con la paura del nuovo, con il timore che scoperte ed invenzioni piuttosto che aprire nuove strade e dare nuove possibilità, avrebbero alterato il preesistente lasciando l'uomo alla mercè di scienzati pazzi e criminali.
Meno male che così non è stato e che il progresso alla fine ha sempre avuto la meglio sull'ignoranza e la scarsa fiducia nell'uomo. Clonazione si, clonazione no; utilizzo delle cellule staminali e quant'altro sono temi che dovrebbero essere illustrati e commentati tenendo presente un solo punto di vista.
Il punto di vista di chi soffre e solo grazie alla ricerca spera in una vita migliore.

Un saluto a tutti.
ronin mercoledì 28 agosto 2002 - 11.43.09
Libertà di ricerca scientifica
Il Notiziario quattordicinale "Cellule Staminali" ( http://staminali.aduc.it) ha pubblicato l'articolo di Severino Mingroni nella seguente pagina : http://staminali.aduc.it/php_artshow_1346_1_ta_l25.html

Riporto l'articolo per esteso in questo Forum :

- Signori Parlamentari, abbiamo qualche cellula in più di un embrione di 14

giorni!

Circa tre anni e mezzo fa, ad un amico di Milano appassionato di informatica,

manifestai il desiderio di leggere direttamente "Lo scafandro e la farfalla",

libro di Jean Dominique Bauby (http://www.club-internet.fr/alis). Due mesi dopo,

per posta elettronica, ricevetti da lui, opportunamente digitalizzato, il libro

agognato. Così, l'ho potuto leggere da solo, senza disturbare nessuno,

sfogliandolo con la manina virtuale del mio headmouse. Signori Parlamentari, lo

consiglio anche a voi: leggendolo, capirete che abbiamo qualche cellula in più

di un embrione di 14 giorni! Tali cellule in più ci permettono di avere

sentimenti ed emozioni come voi, emozioni e sentimenti che non appartengono di

certo ad un embrione di 14 giorni. Le festività natalizie scorse, le ho passate

con un mal di denti non indifferente: colpa di una carie che nessun dentista

vuole e può curare, poiché apro troppo poco la bocca. Morale, ho dovuto

sopportare il dolore. Chissà cosa mi riserverà il prossimo Natale. Il 1 novembre

passato, alle 16,10, ero davanti a questo computer, come al solito;

d'improvviso, la sedia elettronica, su cui sono seduto, cominciò a ballare, ed

io con essa, nonostante il peso complessivo, il suo e il mio; pure lo schermo

del pc oscillava visibilmente, e sembrava fare un leggero segno continuo di

diniego. Era il terremoto. Il tutto durò pochi ma interminabili secondi: mentre

i miei averi traballavano, fui colto da una paura tremenda, soprattutto perché

non potevo (e non posso) andare da nessuna parte. Poi, la terra smise di

tremare. La mia casa ha retto bene, ma io penso lo stesso a me potenziale

sfollato: dramma nel dramma. Dolori, paure e tragedie nella tragedia, tutte cose

che un embrione di 14 giorni non può provare. Signori Parlamentari, non vi

basta? Allora, mi tocca ricordarvi che la Commissione Dulbecco, il 28 dicembre

2000, ha espresso parere favorevole, a maggioranza, sulla utilizzazione, per la

ricerca scientifica, degli embrioni soprannumerari e, all'unanimità, sulla

clonazione terapeutica: si potrebbero infatti curare, e anche guarire, dieci

milioni di malati italiani, oggi incurabili, colpiti da diverse patologie, se

trattati con terapie basate su cellule staminali embrionali. Ancora, vi dico ciò

che già altri vi hanno detto: secondo molti scienziati, laici e cattolici, non è

scientificamente possibile sostenere che l'embrione, pure fino al

quattordicesimo giorno successivo alla fecondazione, sia persona; a meno che non

si invochi il dogma della sacralità degli embrioni, il quale come tale è

incontrovertibile. Vorrei però ricordare che una volta erano i cadaveri ad

essere sacralizzati, e i medici che li studiavano a finire sul rogo. Oggi, la

Chiesa cattolica ha chiesto scusa per alcuni dei molti, troppi, errori commessi.

Il Papa ha constatato che non era cosa buona, né giusta, bruciare i ricercatori.

Tuttavia, demonizzare la ricerca sulle cellule embrionali, significa mettere di

fatto al rogo centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. In ogni caso,

una convinzione religiosa non dovrebbe essere mai imposta per legge: il nostro,

almeno sulla carta, è proprio uno Stato laico. Signori Parlamentari, che il

vostro voto sia sempre guidato dal buon senso e dall'evidenza dei fatti, dalla

razionalità in definitiva, con buona pace del senatore Riccardo Pedrizzi.

di Severino Mingroni
M. Carmela venerdì 15 novembre 2002 - 9.59.41
Severino Mingroni ( Sito )
Chi vuole conoscere meglio Severino Mingroni può andare al sito : http://digilander.libero.it/severinomingroni
M. Carmela venerdì 15 novembre 2002 - 10.04.53
Il cuore spietato dello Stato italiano
Lo spietato cuore dello Stato italiano

Dalla Svizzera, dall’Australia, dal Belgio, dalla California, da alcune Comunidad spagnole, e non più solo dalla Gran Bretagna, arrivano buone notizie in tema di ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali e di clonazione terapeutica. E in Italia? No, non mi illudo affatto, in quanto so bene che, tra un po’ di tempo, il nostro Parlamento varerà una legge la quale, tra l’altro, dirà: no alla ricerca scientifica sugli embrioni soprannumerari e no alla clonazione terapeutica. Perché un tale e anacronistico oscurantismo scientifico? C’è chi, come il nostro Ministro della Salute Girolamo Sirchia, esprime la sua ferma contrarietà a questo tipo di ricerca anche con le seguenti parole: “…non sto facendo una valutazione d'ordine religioso, ma di etica che a mio parere deve governare l'umanità …”. Signor Ministro ha detto bene, a suo parere: già adesso, se vuole, può scegliere di preferire la medicina omeopatica a quella tradizionale; tuttavia, non potrà mai imporre questa sua eventuale scelta a tutto il mondo. Ma il massimo esponente della sanità pubblica del nostro Paese non si ferma qui, andando ben oltre una sua opinione: infatti, egli ha affermato che è un “crimine contro l’umanità” la ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, anche a fini terapeutici. Non sapevo che la Gran Bretagna fosse governata da “nazisti”, visto che in questo Stato tale ricerca è consentita; per non parlare di altri governi “nazisti”, o aspiranti “nazisti”, quali quelli dei Paesi menzionati all’inizio. Signor Ministro, certe gravi affermazioni lasciamole eventualmente al Vaticano. Quest’ultimo, infatti, riconosce soggettività giuridica all’embrione, equipara 64 cellule staminali indifferenziate a un individuo, sacralizza quello che neanche il microscopio riesce a vedere, così come ieri sacralizzava i cadaveri, impedendo le autopsie. Per quanto ci possa sembrare assurda, essa è una convinzione religiosa e dovrebbe rimanere tale; ma il Papa non si accontenta, e vorrebbe che anche lo Stato italiano riconoscesse come propria norma questa credenza religiosa. Alla faccia della laicità delle nostre Istituzioni, dei non credenti e di chi ha un’altra fede! Riguardo a quest’ultimo punto, vorrei chiedere al Vaticano: il Dio della Chiesa romana è lo stesso Dio della Chiesa anglicana? Purtroppo però, nel nostro Parlamento, pare godere di molto credito il pensiero clericale; motivo principale per cui avremo una pessima legge sulla procreazione medicalmente assistita. Anche in questo caso, penso si possano citare le seguenti parole di Pasolini: “La Chiesa è lo spietato cuore dello Stato”. Mi consolo ricordando l’esito del referendum sull’aborto, di quello sul divorzio e credo che pure adesso la maggioranza degli Italiani stia dalla parte giusta. In ogni caso, penso di aver capito il finale della vicenda: signor Ministro Sirchia continui lo stesso a lanciare le sue accuse assurde e i suoi anatemi anacronistici, perché noi malati, tra qualche tempo, andremo a curarci all’estero (ad esempio in Gran Bretagna), e poi chiederemo il rimborso al nostro servizio sanitario. Sono sicuro che con noi verranno anche i congiunti malati di alcuni Parlamentari italiani, i quali Parlamentari oggi, al pari del nostro Ministro della Salute, dicono no alla clonazione terapeutica. Una domanda: questi senatori e onorevoli chiederanno successivamente il rimborso per le cure effettuate all’estero dai loro cari con terapie basate su cellule di derivazione embrionale?

Severino Mingroni
Severino Mingroni mercoledì 1 gennaio 2003 - 9.39.24

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