Il dipinto fu
commissionato a Leonardo dai monaci di San Donato a Scopeto, ma
fu lasciato incompiuto a causa della partenza di Leonardo per
Milano, e lasciato nella casa di Amerigo Benci, padre di
Ginevra, gentildonna che fu ritratta da Leonardo. Il tema
dell’Adorazione dei magi fu molto trattato nella pittura
fiorentina della seconda metà del Quattrocento, in quanto si
adattava particolarmente alla filosofia neoplatonica,
significando non solo il rivelarsi del Messia ma anche il
declino del mondo pagano sostituito dalla nuova era cristiana.
Leonardo tratta il soggetto in maniera fortemente drammatica,
con le figure dei magi e del loro seguito, dai volti grotteschi
che emergono dall’ombra e gesticolano in maniera convulsa. Sul
fondo le rovine degli edifici e i cavalieri che si azzuffano
simboleggiano la decadenza del mondo pagano, vinto
dall’avvento di Cristo.
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