Alessandro di Mariano
Filipepi (1445-1510). In alto alla tavola vi
è una scritta in greco, il testo è oscuro e la traduzione
andrebbe intesa così: “Questo dipinto sulla fine dell’anno
1500, durante i torbidi d’Italia, io, Alessandro, dipinsi nel
mezzo tempo dopo il tempo, secondo l’XI di san Giovanni nel
secondo dolore dell’Apocalisse, nella liberazione di tre anni
e mezzo del Diavolo; poi sarà incatenato nel XII e lo vedremo
precipitato come nel presente dipinto.” Unica
opera firmata e datata, la Natività pare carica delle
inquietudini del momento storico in cui venne dipinta: i
“torbidi d’Italia” come un’iscrizione nella stessa opera
sembra denunciare. La morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492
aveva scatenato una dura lotta per il potere a Firenze,
l’ascesa di Cesare Borgia autorizzava le peggiori
preoccupazioni. Soprattutto, arrivavano voci di una nuova
invasione dei francesi in Italia, dopo quella di Carlo VIII del
1494. La Sacra Famiglia è al centro mentre in primo piano tre
angeli abbracciano tre uomini. A destra della capanna si vedono
due pastori con la testa cinta di rami mentre a sinistra, in un
altro gruppo di uomini e angeli, uno di questi tiene in mano un
ramo di ulivo e indica Gesù. Sul tetto di paglia sono
inginocchiati tre angeli che sorreggono un libro aperto. In
alto, sotto una cupola d’oro, si vede un girotondo di angeli.
In primo piano cinque piccoli diavoli sono sprofondati nei
crepacci o vengono trafitti dai loro stessi forconi.
L’ostentato arcaismo della scena e gli inconsueti motivi
iconografici come l’abbraccio degli angeli con gli uomini
sembra adombrare una sorta di visione profetica della
liberazione dell’umanità.
|Stampa|Inizio
pagina |Torna
Indietro|Home
Page|
|