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Ricerca in tutto il mondo delle
tavole del soffitto scomparso della Chiesa di Santa Reparata in
Casoli |
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Casoli (Ch)
- Soffitto della Chiesa di S. Reparata (Monumento Nazionale) |
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1603 - 2003
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Nella ricorrenza del
QUATTROCENTESIMO ANNIVERSARIO della costituzione della Fabbriceria (1)
del Duomo di Santa Reparata e dell'inizio della realizzazione
del pregevole soffitto, istoriato con scene bibliche, chiuse a
cassettoni intagliati e dorati, opera dell'artista veneziano
Vittorio Buzzacarino,
una "caccia al tesoro"
in rete, per la RICERCA IN TUTTO IL MONDO
delle oltre 50 tavole appartenenti al Monumento Nazionale che
furono rimosse nel dopoguerra durante i lavori di riparazione
della Chiesa di Santa Reparata e "misteriosamente"
scomparse,
pertanto si invita
chiunque abbia
visto o riconosciuto una delle tavole; abbia del materiale
fotografico; possegga documenti sugli appalti dei lavori
eseguiti nella chiesa e/o possa rivelare con testimonianza
scritta e/o orale fatti ed eventi risalenti all'epoca della
scomparsa del soffitto
di
segnalarlo nell'area
messaggi», oppure di contattare la redazione
all'indirizzo e-mail readazione@casoli.org
o al numero 338-8660380 per l'invio dell'eventuale documentazione che potrà essere utile anche per una
ricostruzione virtuale di questo capolavoro.
______________________________________________ (1) Fabbriceria: nel 1603, a Casoli fu istituita tale
"Fabbriceria" che aveva lo scopo di portare a termine i lavori della
Chiesa di Santa Reparata iniziati nel 1447. Per Fabbriceria si deve intendere
l'ente, laico o religioso a cui è affidata l'amministrazione dei beni
appartenenti ad una Chiesa. Nella "Fabbriceria" c'erano i deputati
che riscuotevano le offerte in denaro e in natura dei fedeli e disponevano di
denaro contante per assegnare i lavori a muratori, pittori, doratori,
intagliatori ecc... e controllavano l'esecuzione degli stessi.
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:: L' I N C H I E S T A :: |
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400 anni fa, un gruppo di cittadini
casolani zelanti, volenterosi e amanti del bello, allo scopo di
portare a termine i lavori del Duomo di Santa
Reparata, prese a cuore le sorti del Tempio ed istituì una
Fabbriceria per firmare contratti con operatori, artigiani,
artisti e raccogliere offerte in natura e denaro. In tale
occasione fu contattato l'artista veneziano Vittorio
Buzzacarino.
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Il violentissimo sisma
del 3 novembre 1706
alle ore 20.30 (ora della scossa principale) della durata di un
minuto o di un Pater Noster, denominato "Terremoto
della Maiella" con intensità massima 10.5 della scala
Mercalli, fu certamente uno dei più violenti nella storia sismica
della nostra Regione, l'epicentro fu individuato nella Maiella e
colpì una vasta area dell'Abruzzo meridionale e del Molise a
cavallo della dorsale appenninica.
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Dalla relazione del Marchese di Vigliena
(Napoli 1706) e dal catalogo of Strong Italian
Earthquarkes edito dall'Istituto di Geofisica e Vulcanologia Italiano, si evince
che: a Taranta Peligna il paese crollò completamente (a parte la
chiesetta di Santa Maria
della valle) e ci furono 100 morti e 120 feriti; il paese di Lama
dei Peligni fu completamente distrutto, rimase in piedi solamente
qualche muro addossato alla montagna soprastante, i morti furono
300 ed i feriti 120; anche Palena fu completamente
distrutta, rimasero in piedi soltanto un mulino ed una
chiesetta, i morti furono 139 e i feriti 60; a Casoli il
sisma fu di magnitudo tra il nono ed il decimo grado ed era in
gran parte crollata. Anche se sui documenti citati, mancano
notizie dettagliate ed una stima sui danni e sulle vittime del
terremoto, possiamo affermare con certezza che il campanile della
Chiesa di santa Maria Maggiore crollò, il Castello ed la Torre
Medioevale subirono gravissimi danni, sparirono alcune chiese
(come quella di San Pietro Celestino in Via Laudaddio e quella di
San Nicola sita nell'omonimo largo), molti palazzi crollarono e
molte case furono ridotte a cumuli di macerie, nella nostra
cittadina infatti, Case Palazzinate e Gentilizie, sorsero
dall'immigrazione di ricchi borghesi provenienti da altri paesi limitrofi all'inizio del '700,
come il famoso Palazzo Tilli, quello dei De Vincentiis, il Palazzo
Ramondo, Palazzo Ricci, Palazzo Rossetti, Palazzo Consalvi (ex
ospedale), Palazzo De Petra ecc.
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In seguito a questo forte terremoto, il Santuario della Santa non
subì gravi danni, restituendo intatto il soffitto del Buzzacarino
alla vista del valente reverendo Mosè D'Amico, che nel
1853 in "Brevi notizie intorno la fondazione del
Santuario di Santa Riparata V. e M. in Casoli" così scrive sulla
sua edificazione in zona altamente franosa:
«....
la edificazione del Santuario fosse stata assai difficile opera,
lo dimostra il suolo così mobile e franoso che tutta la contrada
sottoposta è per questa ragione
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chiamata
le Lame (frane) il
perchè dovettero que' nostri antichi con ingente spesa
scavare i tanti acquedotti che oggi ancora si veggono diramantisi dentro e
fuori in vari sensi e provvidero con ciò al consolidamento del
terreno prima di ergervi il sacro edifizio. Maravigliosa opera,
siccome maravigliosa era la fede di que' nostri maggiori; i quali
abitando una terra, che sorge tutta sul vivo macigno, quivi bene
avrebbero potuto in breve tempo e con piccola spesa edificare il
Tempio della Santa; e non di meno preferirono quel sito franoso,
quasi a voler mostrare che non va' ostacoli al mondo, cui non
possa vincere una forte e costante volontà.»
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Tra i documenti più
antichi inerenti la Chiesa di Santa Reparata,
spicca la relazione dell'Ing. Adolfo De Leone dell'11 aprile
1851.
Secondo l'ingegnere, la Chiesa era rimasta in stato di abbandono
per troppi anni ed all'epoca, era utilizzata
temporaneamente come cimitero, in attesa della costruzione del
nuovo camposanto. La chiesa, secondo l'ingegnere, andava
ripristinata, non solo sotto il punto di vista della stabilità,
ma anche sotto l'aspetto estetico.
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Nel documento, sono elencati tutti i lavori
da eseguire nella fabbrica suddivisi in due principali categorie:
lavori per la Staticità e lavori per la Decorazione.
Tra le opere principali si elencano : 1)
interventi di rinforzo sulla muratura lesionata; 2) rifacimento
del muro della facciata perchè (secondo il De Leone) è del
tipo liscio, malfatto, lesionato e terminante a "scarpa"
nella parte inferiore, prevedendone la ricostruzione dalla
fondazione, spostandolo un po' più in fuori «... ed
eseguendovi un frontespizio di ordine Dorico regolare ed
artisticamente fatto con mezzi pilastri, cornicione e frontone con
novello stipite in pietra»; 3) rivestimento dei
pilastri interni con nuova fabbrica al fine di riportarli
tutti di ugual misura; 4) ricomporre il prezioso soffitto
«.... soffitto della navata di mezzo a cassettoni di legname
scorniciati, dipinti ed indorati, bello piuttosto e singolarmente
fatto e che in mezzo alla deformità generale della Chiesa pare
che vi sia caduto dalle nuvole.»
aggrappandolo ad una
nuova graticola di legname poichè appariva «...abbandonato, sconnesso in vari punti in modo da avere assoluto
bisogno della mano dell'uomo per essere ritornato nel primitivo
stato di solidità e decoro»; 5) rifacimento del
tetto con nuovi materiali. Tra
le opre di Decoro si elencano : 1) la «... ricostruzione degli otto archi che dividono le tre navate a
mattoni doppi, riducendo gli archi attuali di varie ampiezze e di
sesto differente, ad avere la stessa corda, lo stesso sesto e l'impostatura
allo stesso livello»; 2) «costruzione di
altri dieci archi a tutto sesto che dai pilastri suddetti vadano a
raggiungere le mura laterali della chiesa»; 3) «costruzione di otto volte a vela impostati sopra gli archi
precedentemente descritti» ; 4) «cinque
scalini di pietra dura all'entrata della Chiesa e tre altri
all'entrata del Coro»; 5) cornice semplice e modanature
di sostegno del soffitto della navata centrale; 6) «costruzione della porta di entrata, di due porte alla
Sacristia,
di una balausticata di ferro all'ingresso del Coro, dei vetri
d'opera ai finestroni della Chiesa e della Sacrestia e del
pavimento dell'intera chiesa»; 7) intonaco ed
imbianchimento di tutto l'interno della Chiesa, della Secrestia e
delle parti esterne.
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In OFFICII (un altro antico testo
scritto da Mosé D'Amico nel
1859)
leggiamo alcune pagine compiutamente descrittive del
soffitto della Chiesa di Santa Reparata. Si riporta
di seguito, uno stralcio della illustrazione del soffitto:
«.... ma il plauso maggiore che dobbiamo ai nostri antenati ci è
imposto dell'aver eglino avuto il generoso intendimento di raccogliere
nel Tempio della Santa tutto che di bello e di raro avessero
potuto, chiamando Artisti dalla Scuola pittorica più
celebrata d'Italia del
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secolo XVI per vedere sceneggiato
a fatto
sacri il soffitto; e quivi fregiati a dovizia i cassettoni di
dorature che tuttora sembrano recentissime; ornate le pareti attorno al Capo-Altare di Freschi,
rappresentanti, le varie maniere di martirio della Santa; E
sinanche d'un Jubé decorato quel Tempio. La iscrizione che il
pittore pose nel soffitto ai Deputati dell'opera e a sé
medesimo é : Victorius Buzacarinus venetus pinxit et auro
argentoque ornavit ... 1603-1606. Mi dilungherei
dall'argomento che ò tolto al mio dire, se volessi fa parola
delle opere di questo Artista, il cui nome è degno della storia
della pittura in Italia, massime per la scuola veneta. Egli
quivi oltre alla parata di quadri del soffitto, ed oltre i
freschi, che furono opere sue, volle veder sorgere un monumento
che gli ricordasse quello della chiesa S. Maria de'Frari del suo
luogo nativo.»
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Il soffitto nel 1903 -
A smentire le voci sul cattivo stato di conservazione
del soffitto della chiesa di S. Reparata, ritenuto da alcuni molto
deteriorato per le vicissitudini storiche che hanno portato il
tempio verso l'abbandono e l'incuria, è Enrico Abbate, uno dei
massimi studiosi del patrimonio storico e monumentale abruzzese,
che a meno di 50 anni dalla scomparsa del monumento, descrivendo
l'opera in " Guida dell'Abruzzo "
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(Itineraio V, Il gruppo
della Maiella) edita nel 1903
rimase colpito dalla sua freschezza tanto
"da
sembrare opera recente", così scriveva
infatti, in op.cit. l'Abbate: « Nell'interno del paese
è notevole la chiesa di S. Reparata dichiarata monumento
nazionale (...) il soffitto istoriato, con scene bibliche,
chiuse a cassettoni così egregiamente intagliati e dorati, da
sembrare opera recente, rendono importante questo tempio.»
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Il 26 Novembre 1943
uno
spezzone (1) cadde sulla copertura della navata destra
della chiesa aprendo uno squarcio che danneggiò la
struttura del tetto nel raggio di pochi metri. L'evento non fu
così rovinoso da cagionare danni alla facciata, né tanto meno
alla struttura portante in prossimità dello scoppio, costituita
dall'arco situato tra la navata laterale destra e quella centrale. Scrive
Giovanni Artese nel secondo volume "La guerra in
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Abruzzo e Molise": «... il 26 il tempo continuò a migliorare;
e i connoneggiamenti britannici crebbero di intensità. La Tactical Air Force effettuò in giornata
circa 400 missioni in totale. Bombardieri "Mitchell",
"Boston" e "Baltimore" sganciarono 220
tonnellate di bombe nell'area Fossacesia-Lanciano; l'area di
Castelfrentano venne attaccata ad ondate (distanziate di pochi
minuti l'una dall'altra) per quattro ore e mezzo; il tutto
accompagnato da una discreta attività di cacciabombrdieri US e
Raff, "che colpirono le stesse posizioni ed inoltre attaccarono
concentramenti di truppe vicino Palombaro e a Nord di Casoli
"(2)»
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(1) Spezzone
: ordigno esplosivo costituito da un pezzo di tubo, di ferro,
ghisa o acciaio ripieno di polvere pirica e munito di miccia,
usato in passato come bomba, di basso costo e di facile
produzione, che veniva lanciato a mano. Analogo artificio, più
perfezionato e della grandezza di un "melone",
costituisce una bombetta aerea che sprovvista di organi
stabilizzatori era già diffusa nella seconda guerra mondiale come
munizionamento da caduta contro bersagli molto estesi
(concentrazione di truppe allo scoperto, ecc.).
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(2) K.C.
Carter-R. Mueller, The Army Air Forces in World War II, p.
221.
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Il documento del 12 aprile 1945, illustra
la premurosa comunicazione del Sindaco Pasquale Talone agli organi
competenti che avrebbero dovuto urgentemente provvedere alla
tutela e salvaguardia del prezioso Monumento Nazionale.
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Elezioni Assemblea Costituente
2 Giugno 1946
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Dopo il carteggio tra Comune, Genio Civile e
Soprintendenza, iniziato dal 12 Aprile 1945, al fine di ottenere le
relative autorizzazioni per eseguire i lavori presso la Chiesa ed i
Buoni per l'approvvigionamento del materiale che riguardano
principalmente la ripresa di lesioni e il rifacimento di 208.80 mq
(circa metà della superficie totale) di copertura, il 3 febbraio del
1947,
il Ministero delle Opere Pubbliche, si rivolge al Provveditorato
Regionale alle
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Opere Pubbliche affinché
disponga i necessari
accertamenti e i provvedimenti opportuni per il ripristino del Sacro Edificio, sempre che,
ricorrano gli estremi di cui al D.L.P. 27-06-1946.
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Questa foto di
estrema importanza scattata durante i lavori di ristrutturazione
eseguiti tra la primavera del
1947 e la primavera del
1949,
testimonia inequivocabilmente la presenza pressoché
"intatta" del manufatto del Buzzacarino ancora in buono stato di
con- |
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servazione nella quasi interezza almeno per
quel che riguarda questo documento fotografico. A degna
conclusione di questa disamina del soffitto di Santa Reparata ci
viene l'obbligo di ricordare le parole pubblicate in un numero di
"Casoli Comunità" di alcuni anni or sono da una persona
sensibile e vero conoscitore della storia casolana (Prof. Casimiro
Tilli)
« ... come mai non si formò un gruppo
promotore per la tutela dei nostri tesori? Non si poteva
raggiungere un'intesa tra il Parroco, il Maresciallo della
locale stazione dei carabinieri ed il Podestà? Era un'epoca di
smarrimento e di dolore, ma non vi sembra, cari concittadini che
non si è fatto nulla per salvare quanto poteva essere salvato?
In altri posti hanno avuto più coraggio, si sono bene
organizzati ed hanno tenuto un comportamento che non esiterei a
definire esemplare.»
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Durante i lavori di
ristrutturazione del tetto, vi furono anche quelli rivolti al rifacimento
della facciata. La prima realizzazione del
1948 fu
eseguita in assenza di una reale necessità sotto
il punto di vista statico e semplicemente decisa per pura
"esigenza" estetica.
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Da una delle foto più antiche della Chiesa, è
possibile ammirare l'originale portale traslato sulla parete
laterale destra durante i lavori di rifacimento della facciata come
sopra illustrato.
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Elezioni politiche
del 1948
(non occorrono ulteriori
commenti ......)
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Lo studioso
Cecchino Pelone
, nel primo
numero del periodico "Terra Madre" edito nell'Ottobre
1949,
in un articolo intitolato "MONUMENTI PAESANI - Santa
Reparata" oltre alle interessanti menzioni storiche sulla
chiesa in generale, scriveva : <<
Facciamo voti da queste
colonne perchè la riapertura di questo nostro antico tempio
non sia più oltre differita e perchè si cerchi di restaurare
il pregevole soffitto a cassettoni che purtroppo ha sofferto la
distruzione di alcuni dei suoi quadri.
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I nostri compaesani del 1447, poche centinaia di
autentici lavoratori di scarsissime risorse, dettero prova, nel costruire la
chiesa e nel dotarla di ricche opere d'arte, di tanta operosità e di tanto
coraggio da essere legittimamente additati ai nostri posteri lontani a modello
ed esempio di tenacia, di volontà e di fede. >>
Questo documento chiude il campo ad ogni
illazione ed ombra di dubbio sulle gravi responsabilità della
classe politica e sociale che ha amministrato ed appaltato i
lavori di "Restauro" al Tempio di S. Reparata.
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Il Tempio di Santa Reparata, nell'anno 1952
viene restituita al Culto spogliata di ciò che di estremamente
pregevole in passato l'ornava e la classificava Monumento
Nazionale.
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