Particolarmente, ringraziamo
tutti coloro i quali hanno creduto meritevole di una conferenza, così
importante, la pubblicazione del sito web casoli.org e divulgata in rete
il 6 Novembre del 2004, dal titolo “Il Castellum de Prata e le
reliquie di Sant’Ilarione”. .
Precisamente vogliamo ringraziare il nuovo parroco di Casoli, il
francavillese DOC, Don Gennaro Marinucci, che ancor prima di
ricevere dal Vescovo Bruno Forte questa nomina, ha scovato su Internet
la nostra pubblicazione. Ringraziamo inoltre Don Giuseppe De Gregorio,
parroco della Parrocchia Matrice Santa Maria Maggiore, che insieme al
valente Tommaso La Selva, alla fine del mese di Luglio, ci
inviarono una timida e-mail per contattarci. Le testuali parole erano: “Io
e il Parroco di Francavilla abbiamo trovato il lavoro semplicemente
fantastico per l'acuta riflessione e per la fedeltà assoluta alla storia
e alla tradizione. Chiedo se fosse possibile organizzare una conferenza
qui a Francavilla, in occasione della festa invernale del nostro San
Franco (2 dic.).”
Non avremmo mai immaginato, che dopo cinque anni dalla sua
pubblicazione, un "navigante" di Internet raccogliesse il messaggio; lo
interpretammo come un buon segno della divina provvidenza. Ma al tempo
stesso, ci rendemmo conto di non essere pratici a svolgere simili
conferenze, infatti ci teniamo a precisare, prima di ogni cosa, che non
abbiamo la qualifica né di storici, né di archeologi, né di
ecclesiastici.
Nel lontano 2004, all’indomani
della pubblicazione online del lavoro, ricevemmo il primo commento,
inserito dal concittadino Nico Mastrangelo che troviamo tuttora
pertinente e che vogliamo qui menzionare per intero: "Il complimento
più ovvio (direi futile) che si possa fare a questo nuovo lavoro è che
sia di grandissimo interesse, la critica (intesa come analisi culturale)
più errata è quella che si tratti di una ricerca storica.
A mio parere, siamo invece di fronte ad un documento che ha molto più a
che vedere con l'antropologia che con la ricerca storica, con una vera
scoperta e non una riscoperta: la vita del Santo Ilarione, dei suoi
confratelli di rito greco-ortodosso, della torretta di Prata e del
periodo storico che circonda luoghi e persone, sotto questo punto di
vista erano infatti quasi completamente sconosciuti, ad eccezioni di
piccole e frammentarie notizie che gli storici possedevano.
Il lavoro di casoli.org, eccezionale senza alcun dubbio e senza alcuna
enfasi, è stato quello di scoprire, di portare alla luce le vicende di
questi monaci di origine greca fuggiti dalla Calabria e giunti fino a
noi, ricostruendo le vicende storiche che ruotano attorno alla
confraternita di Ilarione con un lavoro di cesellatura culturale di
straordinaria fattura, il tutto superando difficoltà enormi nel reperire
fonti e notizie a tal proposito.
Questo lavoro deve rappresentare lo spartiacque per il bellissimo sito
della torretta di Prata, finora considerata solo dal punto di vista
folkloristico come rifugio dei briganti in epoche passate ed ora
riportata alla sua dimensione vera di importante centro spirituale e di
sapere.
Sono convinto che mai prima d' ora sia stata svolta una ricerca di tale
mole, livello e passione da persone che per professione non sono
docenti, storici, o letterati; in un' epoca di barbarie generale, di
disprezzo coltivato e reiterato per la Cultura alta, è l' ennesima
lezione di Civiltà, da persone che hanno a cuore non solo il presente,
ma anche la ricerca delle origini dei luoghi in cui vivono, dell'
importanza estrema di conservare invece che distruggere questi luoghi,
che fungono da basamento al nostro presente".
Internet segna un passaggio epocale: dalla "Galassia Gutenberg"
all’universo digitale.
"La Galassia Gutenberg" è presa in prestito dal titolo del famoso
libro di Marshall McLuahan (1962), dove, l’autore sottolinea per
la prima volta, del ruolo prioritario che i media, cioè le tecnologie,
posseggono in quanto fattori di trasformazione sociale, che investono
l’assetto psico-percettivo del singolo individuo e dei gruppi in cui
egli si aggrega. La civiltà, dunque, non è altro che lo spaccato, in una
determinata epoca, del sensorio individuale e collettivo. In
particolare, in “Galassia Gutemberg”, egli discute dell’influenza della
stampa a caratteri mobili sulla storia della cultura occidentale e
illustra come con l’avvento della stampa si compie definitivamente il
passaggio dalla cultura orale alla cultura alfabetica.
Il sito web Casoli.org, nasce nel 2001, forse folgorati dal film
del 1968: "2001 Odissea nello spazio" di Stanley Kubrick. E viene
privilegiato il proposito di usare con consapevolezza il nuovo mezzo di
comunicazione (Internet) e coglierne al meglio le opportunità che esso
riesce a mettere a disposizione allo sviluppatore dei siti web, ad
esempio, la sua immediatezza (azzeramento dello spazio-tempo), la sua
multimedialità (immagini, audio, video, ecc...) e la sua interattività,
dove il fruitore interagisce a pieno con i suoi contenuti.
Noi consideriamo la tecnologia digitale come uno strumento molto
interessante, molto utile, che potrebbe aiutare tutti noi nel progredire
nella direzione della costruzione di un nuovo umanesimo.
Vorremmo ricordare, brevemente, i primi lavori del sito web
casoli.org:
- "Il Castellum de Prata", è stata la nostra terza
pubblicazione in rete. Prima di essa, nel 2003 per la prima volta in
Abruzzo, abbiamo proposto una vera e propria votazione online, una sorta
di sondaggio-referendum, per decidere il destino del "Palazzo
Scolastico", l’evento ha avuto un enorme successo, comprensibilmente
al fatto della poca diffusione di Internet in quell’epoca, nel Giugno
del 2003 a Casoli, si viaggiava in rete alla velocità di 56 KiloByte.
- Il secondo lavoro, è stato divulgato su Internet l’8 Ottobre del 2003,
in occasione del quattrocentesimo anniversario, della costruzione
dell’antico e pregiato soffitto ligneo della Chiesa di S. Reparata,
dichiarato Monumento Nazionale, ed opera dell’artista veneziano Vittorio
Buzzacarino. In quella circostanza abbiamo lanciato una "caccia al
tesoro" in Rete, dopo la deplorevole scomparsa del pregevole manufatto
avvenuta nel 1949,durante i lavori di ammodernamento, nella citata
chiesa del XV sec.. Ci rammarica dire, che tale "caccia al tesoro" sul
web, finora non ha dato alcun esito.
Queste pubblicazioni, insieme ad altre, hanno una caratteristica:
nascono per la rete e per essere fruite in rete. Internet,
inteso come medium, viene ad essere il mezzo tecnologico che determina i
caratteri strutturali della comunicazione e produce effetti persuasivi
nell’immaginario collettivo, indipendentemente dai contenuti
dell’informazione che di volta in volta vi vengono veicolati. Lo stesso
McLuahn, afferma, che: "è importante studiare i media, non
tanto in base ai contenuti che veicolano, ma in base ai criteri
strutturali con cui organizzano l’informazione."
Nel libro "Gli strumenti del comunicare" (1964) pag. 9,
McLuhan ben 30 anni prima dell’avvento di Internet, afferma che: "Nelle
ere della meccanica, avevamo operato un’estensione del nostro corpo in
senso spaziale. Oggi, dopo oltre un secolo di impiego tecnologico
dell’elettricità, abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso
centrale in un abbraccio globale, che, almeno per quanto concerne il
nostro pianeta, abolisce tanto il tempo, quanto lo spazio", ed è
proprio quello che avviene con i nuovi media ed in special modo con
Internet, infatti, la peculiarità della connessione è il tempo reale,
con essa si viene ad abbattere la distanza temporale originata dalla
lontananza spaziale, di conseguenza, per esempio, nelle e-mail, tra
scrittura e lettura non c’è più soluzione di continuità, ossia viene a
mancare quello spazio che separa i due eventi.
Ultimamente, anche Papa Benedetto XVI, in occasione della
Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali svoltasi il 24 Gennaio
2009, ha lodato Internet ed i nuovi media; secondo il santo pontefice,
le nuove tecnologie hanno apportato vantaggi alla nostra generazione,
egli afferma: "molti benefici derivano da questa nuova cultura della
comunicazione: le famiglie possono restare in contatto anche se divise
da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori hanno accesso più
facile ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono,
pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi, inoltre la natura
interattiva dei nuovi media facilita forme più dinamiche di
apprendimento e di comunicazione che contribuiscono al progresso sociale".
Durante l’Assemblea Plenaria della Ceem, la commissione episcopale
europea per i media, svoltasi nel Vaticano, dal 12 al 15 Novembre
scorso, sul tema "La cultura di Internet e la comunicazione della
Chiesa", è stato sottolineato che in Internet si sta costruendo "il
modello antropologico di domani". Ed è stato affermato che Internet
"non è solo un recipiente che raccoglie diverse culture, Internet è
cultura e produce cultura". Mons. Jean Michel di Falco Léandri,
vescovo di Gap e di Embrun, presidente della commissione episcopale
europea per i media, afferma: "così come la croce ha il suo asse
verticale e il suo asse orizzontale, così deve essere la nostra
evangelizzazione nella Rete: orizzontale per la sua estensione,
verticale per la sua profondità e la sua qualità."
Casoli.org e l’importanza della rete
Per noi curatori del sito
casoli.org, Internet, è stato considerato lo strumento artefice della
divulgazione, della conoscenza e del confronto. Entrando nello
specifico di questo studio sulla comunità di Prata, possiamo affermare
che il lavoro è stato svolto in modo rigoroso ed al tempo stesso
dilettevole. Bisognava inquadrare e collocare nell’esatta situazione,
documenti, manoscritti, citazioni, immagini,
mappe, ecc. fino a risalire
ad un quadro originale ed avere una visione d’assieme della situazione
che si andava determinando, come quando si è davanti a una sorta di
puzzle.
In alcune occasioni, è stato fin troppo facile accedere al materiale
della documentazione di cui ci siamo serviti per articolare il nostro
lavoro, infatti, quasi tutti gli scrittori e i ricercatori storici
locali ne avevano parlato ed ognuno di essi avevano dedicato un
capitolo, alcune pagine nei loro scritti, qualche citazione o
riferimento bibliografico. A cominciare dalla metà dell’800, dal valente
sacerdote di Casoli, Mosè D’Amico, fino ai giorni nostri, al prof.
Nicola Fiorentino, che in più riprese ha dedicato vari scritti,
pubblicati su di un periodico locale.
La vicenda di questi monaci basiliani di origine greca, fuggiti dalla
Calabria per le persecuzioni saracene e dopo un lungo peregrinare
arrivati fino al "Castellum de Prata", ha avuto un interesse più di
natura folkloristica e letteraria piuttosto che agiografica.
Infatti, l’eccezionale immigrazione di questi monaci devoti a San
Basilio, diede origine alla famosa leggenda, un tempo molto diffusa in
Abruzzo, "dei sette fratelli tutti santi e centenari".
Casoli.org ha avuto forse il merito, con l’ausilio della tecnologia
digitale di ricongiungere questi documenti e riorganizzarli tutti
insieme, dando luogo alla creazione di una struttura ipertestuale.
L’ipertesto "hypertext", parola coniata negli anni ’60, da Theodor Holm
Nelson (pioniere dell’informatica statunitense - 17 giugno 1937), si
compone di due elementi: il prefisso "iper", dal greco "sopra" che di
solito serve a connotare un termine di una qualità particolare, di un
grado superiore al normale. Dove "iper", secondo Nelson è esteso su uno
spazio tridimensionale. Il secondo elemento della parola è "text" dal
latino "textum", ovvero, intreccio, trama.
Un ipertesto dunque, è un testo “tridimensionale” più esattamente è un
insieme di blocchi o frammenti testuali collegati elettronicamente fra
loro secondo una rete di interconnessioni semantiche non sequenziali.
Un’opera aperta, dunque, che non debba per forza esaurirsi come ad
esempio per il libro cartaceo, con una pubblicazione, ma costituire un
sistema multiforme, multilineare, reticolare e trasversale, che non
conosce un’unica sequenza prestabilita (come il testo inteso in senso
classico), fino a costringere altri fruitori ad arricchirla e
completarla.
Come ad esempio Wikypedia, nata il 15 gennaio 2001, che rappresenta
l’enciclopedia multilingue collaborativa, online e gratuita, senza alcun
scopo di lucro, priva di pubblicità e dal contenuto aperto.
I MONACI
BASILIANI
A nostro avviso, un decisivo contributo per l’arricchimento di questa
pubblicazione che porterà a colmare alcune zone d’ombra, che ancora
l’avvolgono, è data dall’attenta consultazione del patrimonio
bibliotecario, custodito nel Monastero Esarchico di Santa Maria di
Grottaferrata. Qui esistono due biblioteche: una monastica, non
accessibile, l’altra pubblica, che contiene oltre 60.000 volumi
specializzati in bizantinistica ed un archivio di più di mille codici
del X-XV secolo. Inoltre essa è sede del più antico laboratorio di
restauro di manoscritti e libri che sia stata aperta in Italia. Qui, a
pochi chilometri da Roma vivono gli ultimi monaci bizantini d’occidente,
fedeli agli insegnamenti di S. Nilo, che fondò nel 1004 l’abbazia di Grottaferrata e come lui seguaci delle “regole” dettate da S. Basilio
Magno. Il rito bizantino Italo-Greco praticato a Grottaferrata, è uno
dei più antichi al mondo per precise ragioni storiche, come spiega Padre
Emiliano Fabbricatore, Archimandrita Esarca di questa comunità: "Nel
1054 ci fu lo scisma tra la chiesa ortodossa e quella cattolica e noi
che siamo vicini a Roma, siamo rimasti fedeli alla chiesa cattolica. Una
testimonianza di unità di fede pure nelle differenze dottrinali. In ogni
modo il monastero è legato all’ortodossia, ma non è ortodosso, essendo
nato cinquanta anni prima dello scisma."
L’Abbazia Esarchica di Grottaferrata ed i suoi monaci basiliani,
rappresentano gli ultimi custodi di un sapere millenario. Essa per le
sue caratteristiche, è luogo di ricerca per l’unità dei cristiani,
specialmente con le chiese ortodosse.
Papa Pio XI la definì: “La fulgidissima gemma orientale incastonata nel
diadema della chiesa romana.”
Grazie a questo bel convegno, noi ci auspichiamo che il Comune di Casoli,
prenda in seria considerazione un eventuale scavo archeologico
preliminare, che possa delimitare il perimetro dell’eventuale monastero,
edificato sul sito della Torretta di Prata.
Nel 2004 facemmo una ricognizione sul territorio e trovammo del
materiale interessante, che riconducesse ad indicare in quel luogo
adiacente alla torre di Prata, la presenza di un manufatto di epoca
medioevale. Dell’accaduto, fu messo a conoscenza, l’archeologa Sandra La
Penna ed insieme facemmo un sopralluogo, dal quale emerse che
effettivamente ci trovavamo di fronte a resti che evidenziavano i segni
della malta che tiene insieme le parti di una muratura e altri reperti
che testimoniavano la presenza di un insediamento altomedievale. In
quell’occasione, l’archeologa, ci rassicurò che presto poteva essere
fatta una identificazione più accurata, con la competenza degli studenti
del corso di archeologia dell’Università di Chieti, così da organizzare
un breve campo di lavoro, di alcune settimane per gli studi preliminari.
Non è forse un caso, che oggi, a distanza di poco più di mille anni,
come per celebrare un anniversario, tramite questa conferenza, tutti
insieme, stiamo avviando un processo di riappropriazione culturale più
ampio, che restituisca al "Castellum de Prata", la sua significatività e
lo riconnetta alla storia e all’altissima spiritualità che lo ha
prodotto. |